Belforte Editore Libraio |
ISBN: 887997
L'Italia ha avuto un suo posto nella vita e nell'opera di Sartre. Nella vita: perché, paese della distensione e dell'amicizia, è stata mèta ogni anno delle sue vacanze, spesso insieme con Simone de Beauvoir, dai primi anni Cinquanta fino alla fine; nell'opera: perché la sua arte e le sue città gli hanno ispirato pagine critiche e letterarie intense, hanno rilanciato una ricerca sul terreno della scrittura, hanno alimentato il gusto della metafora. Unico fra i paesi stranieri visitati, l'Italia ha suscitato in Sartre l'esigenza non del reportage, ma del romanzo: quel lavoro incompiuto ed inedito, La Reine Albemarle et le dernier touriste, del quale questo libro dà conto per la prima volta.
E Sartre, quanto ha contato in Italia? Di lui si è scritto e discusso molto; spesso, più nella forma della contrapposizione e dell'adesione, indiscriminata, che non in quella della pacata riflessione. Se ne sono interessati uomini di teatro, critici letterari, filosofi, intellettuali militanti, politici; i suoi due volti più noti - il teorico dello scacco del vivere e il profeta dell'impegno - sono stati smontati, analizzati, esaltati o decisamente respinti. Nel confronto con Sartre, preoccupazioni ed esigenze tipiche dell'ambiente italiano hanno contato spesso più delle esigenze di conoscenza e di interpretazione; le immagini hanno prevalso sull'opera. Sono forse proprio gli anni più recenti, quelli che ci separano dalla sua morte, ad aver decantato alcuni radicati luoghi comuni; ad aver creato lo spazio per una valutazione più distesa dei pregi e dei limiti dell'opera di Sartre.
Questo volume raccoglie i materiali di un convegno di studio tenuto si a Livorno nel novembre
1985. Esso costituisce la prima occasione di un confronto, a più voci, fra studiosi appartenenti a competenze disciplinari diverse, intorno ai rapporti molteplici fra l'Italia e Sartre.
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